Apple si prepara a fare un salto epocale con l’iPhone 18, che sarà il primo smartphone dell’azienda a utilizzare chip prodotti con il processo a 2 nanometri di TSMC. Questa tecnologia di nuova generazione, che alimenterà l’atteso chip A20, promette un miglioramento netto in termini di potenza ed efficienza energetica. Tuttavia, secondo un nuovo report, il passaggio a questo nodo produttivo comporterà anche un aumento dei costi che potrebbe riflettersi direttamente sul prezzo finale dei dispositivi.
TSMC a 2nm: cosa cambia davvero?
Il processo produttivo a 2 nanometri rappresenta l’evoluzione naturale rispetto agli attuali chip a 3nm (come l’A17 Pro montato sugli iPhone 15 Pro). A livello tecnico, ciò si traduce in:
- Prestazioni più elevate grazie a una densità di transistor superiore
- Minor consumo energetico, con benefici sull’autonomia
- Maggiore efficienza termica, utile per funzioni AI e gaming
Tuttavia, produrre chip a 2nm richiede impianti estremamente avanzati, materiali più costosi e maggior precisione nei controlli di qualità. TSMC ha già fatto sapere che i primi lotti sono significativamente più costosi rispetto a quelli a 3nm, e Apple, pur essendo il suo cliente principale, non potrà eludere questi aumenti.
Prezzi in salita? Possibile, ma non scontato
Secondo le stime attuali, il costo per wafer a 2nm è fino al 30-40% superiore rispetto al 3nm. Considerando che il chip è uno dei componenti più costosi dell’iPhone, è plausibile che ciò comporti un incremento del prezzo al dettaglio per i modelli di punta della linea iPhone 18.
In particolare, l’aumento potrebbe concentrarsi sui modelli Pro e Pro Max, che storicamente sono i primi a integrare le tecnologie più avanzate. Non è escluso che il modello base mantenga un chip meno avanzato (come già accade oggi), per contenere i costi.
Una mossa strategica per dominare il segmento AI
Apple potrebbe giustificare questo salto anche con l’introduzione di funzionalità avanzate di intelligenza artificiale on-device, che richiedono più potenza e minore latenza. Con il chip A20 a 2nm, l’iPhone 18 potrebbe infatti gestire:
- Assistenti AI più intelligenti e personalizzati
- Traduzioni in tempo reale offline
- Elaborazione video e immagini con modelli generativi
- Riconoscimento vocale e visivo potenziato
In un momento in cui Google, Samsung e altri competitor puntano sulla potenza AI dei propri dispositivi, Apple non può permettersi di restare indietro, anche a costo di far lievitare i prezzi.
Conclusione: il passaggio ai chip a 2nm segna un nuovo capitolo per Apple, tra innovazione tecnica e sfida economica. Se l’iPhone 18 manterrà le promesse in termini di performance e nuove funzioni, il possibile aumento di prezzo potrebbe risultare accettabile per molti utenti — soprattutto nella fascia Pro. Ma la concorrenza non starà a guardare, e nel 2025/2026 il vero terreno di battaglia sarà quello dell’intelligenza artificiale mobile.
Fonte: MacRumors
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