L’idrogeno, l’elemento più abbondante dell’universo, è spesso considerato il vettore energetico del futuro. La sua combustione produce solo acqua, rendendolo un’alternativa attraente ai combustibili fossili, responsabili delle emissioni di gas serra e del cambiamento climatico. Tuttavia, la produzione su larga scala di idrogeno rimane una sfida. La maggior parte delle tecniche attuali sono costose e/o dipendono ancora dai combustibili fossili.
Una nuova ricerca promettente suggerisce che importanti riserve di idrogeno naturale potrebbero trovarsi nascoste nelle catene montuose, aprendo la strada a una fonte di energia pulita e abbondante, portatrice di speranza per le generazioni future.
Il processo di formazione dell’idrogeno naturale
L’idrogeno naturale si forma principalmente attraverso un processo geologico chiamato “serpentinizzazione”. Questo fenomeno avviene quando le rocce del mantello terrestre, ricche di ferro e chiamate peridotiti, entrano in contatto con l’acqua. La reazione chimica che ne deriva genera la formazione di serpentina, un minerale, e libera idrogeno gassoso. Sebbene questo processo possa verificarsi in diversi contesti geologici, le catene montuose offrono condizioni particolarmente favorevoli.
Le montagne nascono dalla collisione delle placche tettoniche, creando zone dinamiche dove le rocce del mantello si avvicinano alla superficie. I movimenti tettonici, comprimendo e sollevando i terreni, permettono alle peridotiti di avvicinarsi alla superficie, dove possono interagire con l’acqua. Inoltre, le numerose faglie e fratture presenti nelle montagne favoriscono la circolazione dell’acqua, essenziale per il processo di serpentinizzazione. Queste caratteristiche rendono le catene montuose luoghi privilegiati per la formazione di idrogeno naturale.
Modellazione
(A) Dopo 5 milioni di anni di rifting.
(B) Fine della simulazione (t = 54,5 milioni di anni).
(C) Analisi della serpentinizzazione e della generazione di H₂ nei rift e orogenesi inverse. La serpentinizzazione è visualizzata tra 200° e 350°C, dove è efficace lungo le grandi faglie attive.
È importante distinguere l’idrogeno naturale, talvolta chiamato “idrogeno bianco”, dagli altri tipi di idrogeno. L’idrogeno grigio è prodotto a partire da combustibili fossili (la sua produzione genera quindi emissioni di gas serra). L’idrogeno verde, invece, è prodotto da fonti rinnovabili, rendendolo una fonte di energia pulita. L’idrogeno naturale, se sfruttato in modo sostenibile, potrebbe costituire un’alternativa interessante ai combustibili fossili, risultando meno costoso e meno inquinante rispetto all’idrogeno prodotto da altre fonti.
Fonte: Techno Science
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