Un team di ricercatori ha scoperto tracce di vita fossile in depositi di gesso terrestri, aprendo nuove prospettive per la ricerca di biosignature su Marte. Questa scoperta, resa possibile grazie a un avanzato strumento scientifico, potrebbe influenzare le future missioni di esplorazione del Pianeta Rosso.
Il gesso: un promettente custode di fossili
Il gesso, un minerale che si forma dall’evaporazione dell’acqua, ha una straordinaria capacità di preservare tracce di vita. Sulla Terra, i ricercatori hanno identificato filamenti microbici fossilizzati in depositi risalenti alla crisi di salinità messiniana, un’epoca in cui il Mediterraneo si è quasi prosciugato. Queste strutture, associate a minerali come la dolomite e l’argilla, suggeriscono un’attività biologica passata.
Su Marte, depositi di gesso simili potrebbero contenere biosignature risalenti a quando il pianeta era umido e caldo. Gli scienziati ipotizzano che questi minerali, formatisi rapidamente, abbiano potuto intrappolare microorganismi prima della loro decomposizione, conservando così indizi di vita antica. Questa teoria accresce l’interesse scientifico per le missioni future.
Un’innovazione pronta per l’esplorazione marziana
Il spettrometro di massa LIMS, sviluppato presso l’Università di Berna, ha dimostrato la sua efficacia nel rilevare biosignature in campioni terrestri. Questo strumento, progettato per operare nello spazio, potrebbe essere integrato in rover o lander marziani. Consentirebbe di analizzare in loco la composizione chimica delle rocce, alla ricerca di tracce di vita fossilizzate. La sua miniaturizzazione e precisione lo rendono uno strumento essenziale per le future missioni di esplorazione.
Un terreno di studio ideale
Un team internazionale, guidato dall’Università di Berna, ha utilizzato un spettrometro di massa miniaturizzato per rilevare microorganismi fossilizzati in giacimenti di gesso in Algeria. Questi depositi, formatisi milioni di anni fa, sono simili a quelli osservati su Marte, offrendo un terreno di studio ideale per simulare le condizioni marziane. I risultati, pubblicati su Frontiers in Astronomy and Space Sciences, suggeriscono che strumenti simili potrebbero essere utilizzati per cercare tracce di vita passata su Marte.
Fonte: Techno Science
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