mercoledì, 12 Marzo 2025
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Il mistero dei pigmenti viola del pittore Delaunay svelato

I pigmenti viola, ampiamente utilizzati da Robert Delaunay, pittore iconico del XX secolo, devono le loro tonalità uniche a sottili dettagli chimici. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da un team interdisciplinare di chimici, fisici, conservatori e restauratori. I risultati, pubblicati su JACS, offrono una comprensione più approfondita delle ricette di fabbricazione e delle proprietà dei materiali artistici moderni.

La rivoluzione industriale, e in particolare lo sviluppo della chimica di sintesi, ha trasformato il mondo della pittura, offrendo agli artisti una gamma di colori sintetici senza precedenti. Tra questi, il viola è diventato emblematico per artisti moderni come Robert Delaunay. Fu grazie alla sintesi accidentale del colorante mauveina da parte del chimico Henry Perkin nel 1856 che il viola divenne uno dei colori più in voga tra i pittori. Una moltitudine di pigmenti viola vide allora la luce, moltiplicando improvvisamente la varietà di sfumature disponibili presso i mercanti di colori all’inizio del XX secolo.

Ma cosa conferisce a questi pigmenti viola il loro particolare splendore? Un team interdisciplinare di scienziati ha indagato combinando chimica, fisica e storia dell’arte. Per comprendere meglio i materiali che compongono la tavolozza di Delaunay, è stata avviata una collaborazione internazionale coordinata dal laboratorio di Fotofisica e fotochimica supramolecolare e macromolecolare (CNRS/ENS Paris-Saclay/Université Paris-Saclay).

Gli scienziati di diversi istituti europei in Belgio, Italia, Paesi Bassi e Francia (Università di Anversa, CNR-SCITEC Università di Perugia, Rijksmuseum, IPANEMA) hanno condotto una campagna in situ di analisi chimica dei capolavori di Delaunay conservati al Centre Pompidou di Parigi. Combinando l’imaging strutturale su scala macroscopica con l’analisi al sincrotrone ESRF di microcampioni prelevati dalle pitture, hanno potuto evidenziare l’uso da parte di Delaunay di diversi pigmenti inorganici viola a base di cobalto, che portano alle molteplici tonalità di malva impiegate nella sua ricerca dell'”armonia pittorica”.

Gli scienziati si sono concentrati su due principali famiglie di pigmenti: i fosfati e gli arseniati di cobalto. Questi pigmenti inorganici presentano colori diversi dovuti alla loro struttura cristallina. Presso l’Istituto di ricerca di chimica di Parigi (CNRS/Chimie ParisTech/PSL), i chimici hanno sintetizzato questi composti e studiato le loro proprietà ottiche tramite spettroscopia. I risultati mostrano che l’ambiente degli atomi di cobalto di questi pigmenti influisce direttamente sul loro colore, variando dal rosa al viola intenso.

Fonte: Techno Science

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Julie Maddaloni
Julie Maddaloni
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