Apple sta considerando di avviare una propria unità di distribuzione cinematografica, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, mentre promuove “F1: The Movie”. Apple ha iniziato la sua avventura nel contenuto video originale nel 2019 con il lancio di Apple TV+, posizionando il servizio come una piattaforma curata per programmi originali di alta qualità. Da allora, l’azienda ha investito miliardi di dollari in film e serie, attirando talenti di alto livello come Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Martin Scorsese e Cate Blanchett. Tuttavia, il servizio non ha ancora prodotto un successo teatrale di grande impatto o influenzato significativamente il panorama dello streaming in termini di volume di abbonati.
Apple ha accettato di spendere quasi 250 milioni di dollari per “F1: The Movie”, rendendolo il progetto cinematografico più costoso dell’azienda fino ad oggi. Brad Pitt, che interpreta il ruolo principale di un pilota di Formula 1 invecchiato che ritorna allo sport, è stato apparentemente pagato più del baseline di 20 milioni di dollari tipicamente riservato agli attori di serie A e riceverà una parte dei profitti del film se avrà successo.
Il WSJ descrive il successo del film come un “referendum sulla capacità di Apple di fondere contenuti curati con un ampio appeal popolare dopo sei anni in cui non ha rilasciato un singolo successo al botteghino”. Tuttavia, secondo i sondaggi pre-rilascio, “F1” ha faticato a generare interesse tra il pubblico al di fuori degli uomini più anziani.
Apple non gestisce direttamente la distribuzione teatrale di “F1”. Invece, Warner Bros. Pictures si occupa del rilascio globale del film in base a un accordo di condivisione dei ricavi. Una persona a conoscenza dell’accordo ha detto che la quota di Warner sui ricavi al botteghino aumenta in proporzione alle vendite totali dei biglietti. Apple ha considerato di stabilire un proprio braccio di distribuzione teatrale, ma, per ora, continua a fare affidamento su partner esterni per le ampie uscite teatrali, il che limita la sua capacità di controllare i tempi di esibizione, le spese pubblicitarie e l’allocazione dei teatri.
Fonte: MacRumors
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