Associazione tra dieta occidentale e condizioni neuroevolutive
Un team di scienziati guidato dall’Università di Copenaghen ha scoperto un’associazione tra le diete occidentali e condizioni neuroevolutive come l’autismo e l’ADHD. Sebbene la ricerca non dimostri un rapporto di causa-effetto diretto, suggerisce un legame che si aggiunge alle conoscenze esistenti sull’influenza delle diete delle donne in gravidanza sulla salute e lo sviluppo dei loro figli.
Analisi dei dati e risultati
Il team di ricerca ha analizzato i dati di 61.237 madri e dei loro figli, confrontando le abitudini alimentari delle madri durante la gravidanza con lo sviluppo neuroevolutivo dei bambini. Anche piccoli spostamenti verso modelli alimentari occidentali sono stati collegati a un aumento significativo della probabilità di sviluppare condizioni neuroevolutive nella generazione successiva. In uno dei gruppi di studio, è emerso un legame tra il consumo di una dieta occidentale durante la gravidanza e la probabilità che un bambino sviluppi disturbi come l’autismo.
Definizione di dieta occidentale
La dieta occidentale è stata definita come un modello alimentare caratterizzato da un elevato consumo di cibi ricchi di grassi, zuccheri e prodotti raffinati, e un basso consumo di pesce, verdure e frutta. Secondo il ricercatore alimentare David Horner, maggiore è l’aderenza di una donna a questo tipo di dieta durante la gravidanza, maggiore sembra essere il rischio per il suo bambino di sviluppare ADHD o autismo.
Implicazioni e raccomandazioni
Nonostante i risultati preoccupanti, c’è un aspetto positivo: anche piccoli cambiamenti verso una dieta più sana possono avere un effetto positivo sulla salute cerebrale del bambino. I ricercatori hanno utilizzato quattro gruppi di studio. Nel gruppo principale, composto da 508 madri e bambini, i bambini sono stati valutati clinicamente per disturbi neuroevolutivi all’età di 10 anni. Negli altri gruppi, i dati diagnostici sono stati raccolti tramite auto-segnalazione e registri nazionali, ma tutti i gruppi hanno mostrato le stesse associazioni.
Fattori influenzanti e sensibilità del cervello
I ricercatori hanno preso in considerazione altri fattori che potrebbero aver influenzato i risultati, inclusa la dieta dei bambini stessi, aumentando così la credibilità dell’associazione principale. Secondo Morten Arendt Rasmussen, le associazioni più forti sono state osservate nel primo e secondo trimestre, suggerendo che lo sviluppo cerebrale durante questo periodo è particolarmente sensibile alle influenze nutrizionali materne.
Conclusioni e prospettive future
Il team è stato anche in grado di identificare numerosi biomarcatori legati alle diete delle madri, che forniscono un’idea delle pressioni che potrebbero influenzare lo sviluppo cerebrale, come l’infiammazione e il danno cellulare. Sebbene stiamo migliorando nella comprensione e gestione di autismo e ADHD, queste condizioni presentano sfide legate all’apprendimento e allo sviluppo che possono persistere anche in età adulta. I ricercatori auspicano che vengano promosse diete equilibrate per le donne in gravidanza, con linee guida più precise.
Fonte: Science Alert
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