La paura: un istinto primordiale e le sue implicazioni
La paura è una reazione istintiva fondamentale per la sopravvivenza, ma può diventare un ostacolo nella vita quotidiana, specialmente in presenza di fobie, disturbi d’ansia o stress post-traumatico. Recentemente, i ricercatori del Sainsbury Wellcome Centre (SWC) dell’University College di Londra hanno identificato i meccanismi cerebrali che permettono ai mammiferi di superare la paura istintiva. I loro studi, pubblicati nella rivista Science, aprono la strada a nuove strategie terapeutiche per trattare questi disturbi.
Un’esperienza basata su modelli animali
Per comprendere come il cervello apprenda a inibire le reazioni di paura, i ricercatori hanno condotto un esperimento su topi esposti a un’ombra sovrastante, simulando l’attacco di un predatore. Inizialmente, i roditori fuggivano istintivamente verso un rifugio. Tuttavia, dopo 30-50 esposizioni senza conseguenze negative, hanno progressivamente imparato a ignorare la minaccia e a continuare le loro attività normali.
Due regioni cerebrali chiave nella soppressione della paura
Lo studio ha rivelato che l’apprendimento della soppressione della paura si basa sull’interazione tra due regioni cerebrali principali:
- Corteccia visiva: Questa regione, responsabile dell’elaborazione delle informazioni visive, gioca un ruolo fondamentale nell’apprendimento della soppressione della paura. I ricercatori hanno osservato che quando questa zona era inattivata, i topi non riuscivano a disimparare la loro reazione di paura.
- Corpo genicolato laterale ventrale (vLGN): Contrariamente alle idee ricevute che vedevano la corteccia visiva come il principale centro di memorizzazione, i risultati mostrano che è in realtà questa struttura sottocorticale a immagazzinare la memoria della soppressione della paura. Agisce come un ponte tra il neocorteccia e il tronco cerebrale, permettendo di modulare le reazioni istintive.
I ricercatori hanno anche identificato un meccanismo biochimico essenziale coinvolto in questo processo. Hanno scoperto che molecole chiamate endocannabinoidi vengono rilasciate nel vLGN durante l’apprendimento. Questi neurotrasmettitori agiscono aumentando l’attività neuronale di questa regione, favorendo così la soppressione delle reazioni di paura.
Verso nuove approcci terapeutici
Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per il trattamento dei disturbi d’ansia e delle fobie negli esseri umani. Poiché i circuiti neuronali coinvolti sono simili tra i topi e gli umani, le scoperte potrebbero portare a nuove terapie mirate per aiutare le persone a superare le loro paure istintive.
Fonte: Techno Science
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