Una nuova ricerca dell’Università McGill sta per ridefinire il metodo di datazione dei fossili di dinosauro nel Dinosaur Provincial Park, in Alberta. Grazie a una mappatura 3D avanzata realizzata con l’ausilio di droni, il team di ricerca ha scoperto variazioni significative in un importante marcatore geologico, mettendo in discussione l’affidabilità delle tecniche tradizionali utilizzate per determinare l’età dei fossili di dinosauro.
L’équipe di ricerca afferma che la scoperta, pubblicata su Palaeontologia Electronica, potrebbe portare a ricostruzioni più accurate degli antichi ecosistemi, permettendoci di comprendere meglio la storia della Terra e, alla luce dei cambiamenti nella biodiversità, la vita attuale e futura. “In sostanza, abbiamo dimostrato che il metodo di datazione utilizzato da decenni nel Dinosaur Provincial Park potrebbe non essere così affidabile come si pensava”, riassume Alexandre Demers-Potvin, ricercatore post-dottorato che ha guidato lo studio durante il suo dottorato al Redpath Museum dell’Università McGill.
Il Dinosaur Provincial Park è patrimonio mondiale dell’UNESCO, noto per la conservazione di un eccezionale insieme di fossili di dinosauri del tardo Cretaceo. Per decenni, i paleontologi hanno stimato l’età dei siti fossiliferi del parco prendendo come riferimento il punto di contatto tra le formazioni di Oldman e Dinosaur Park. In particolare, gli scienziati determinano a quale altezza si trova il sito fossilifero rispetto a questo punto. Tuttavia, questo metodo fornisce un’età approssimativa e non una data precisa, a differenza delle tecniche di datazione assoluta che permettono di determinare l’età esatta attraverso elementi radioattivi nella roccia.
Lo studio rivela che l’altezza di questo punto di contatto può variare di 12 metri su brevi distanze, un livello di incertezza che potrebbe alterare le stime del periodo di vita di diverse specie. “Una variazione significativa del punto di riferimento potrebbe distorcere notevolmente la nostra stima dell’età dei fossili”, osserva il ricercatore.
Un rilevamento cronologico più preciso. Per affrontare queste incertezze, Alexandre Demers-Potvin e il professor Hans Larsson, coautore, hanno utilizzato droni per catturare circa mille immagini ad alta risoluzione di un importante sito fossilifero del parco. Grazie al trattamento di queste immagini con una tecnica chiamata “fotogrammetria SfM” (Structure from Motion), il team è riuscito a costruire un modello 3D preciso del terreno con geolocalizzazione tramite coordinate GPS.
I risultati mostrano che si potrebbe valutare l’età di un fossile trovando la sua originaria strato sedimentario in modo più accurato, ottimizzando così la comprensione della storia geologica e biologica del parco.
Fonte: Techno Science
Ricevi le ultime attualità sul mondo tech!