Un nuovo studio guidato da paleoecologi dell’University College London riaccende il dibattito sull’origine del Tyrannosaurus rex. Secondo i ricercatori, i diretti antenati del T. rex non sarebbero nativi del Nord America, come sostenuto da altre teorie recenti, ma migranti provenienti dall’Asia che attraversarono un’antica terra emersa tra i continenti.
Secondo noi, questa scoperta non solo cambia la geografia evolutiva del re dei dinosauri, ma ridisegna anche le connessioni biogeografiche tra le faune preistoriche di Asia e America.
Il dibattito sulle origini
Per decenni si è ritenuto che il T. rex fosse un puro prodotto dell’evoluzione nordamericana. Scoperte come quella del Tyrannosaurus mcraeensis in New Mexico – ritenuto più antico di 6 milioni di anni rispetto al T. rex classico – sembravano confermare questa teoria.
Ma il team di Cassius Morrison contesta questi dati, giudicandoli troppo fragili per trarre conclusioni. In particolare, i ricercatori suggeriscono che la datazione dei fossili nordamericani sia incerta e che manchino prove decisive per escludere una migrazione asiatica.
La pista asiatica
Utilizzando modelli di distribuzione paleontologica, alberi filogenetici e dati climatici del Cretaceo, il gruppo ha tracciato una nuova rotta evolutiva. Secondo questi modelli:
- gli antenati diretti del T. rex emigrarono dall’Asia attraverso il ponte terrestre beringiano
- raggiunsero la Laramidia (l’attuale ovest del Nord America) durante il Campaniano-Maastrichtiano
- si adattarono al nuovo ambiente fino a evolversi nei giganteschi predatori che conosciamo oggi
Un indizio chiave è il legame genetico più stretto con specie asiatiche come il Tarbosaurus, rispetto a cugini nordamericani come il Daspletosaurus.
E i megaraptori?
Lo studio si spinge oltre, esplorando anche la storia dei megaraptori, un altro gruppo di grandi predatori del Cretaceo. Questi dinosauri sarebbero nati in Asia circa 120 milioni di anni fa, per poi diffondersi in direzione opposta: verso Europa, Gondwana (Sud America, Australia) e forse anche Africa.
In aree come la Patagonia e l’Australia, i megaraptori avrebbero addirittura assunto il ruolo di predatori dominanti, mentre in Asia furono rimpiazzati proprio dai tirannosauri.
La corsa al gigantismo
L’aspetto più affascinante? Il team ha scoperto che la crescita enorme di questi dinosauri non fu direttamente causata dal clima, ma da un vuoto ecologico: l’estinzione dei carcharodontosauridi lasciò spazio ai tirannosauri e ai megaraptori per diventare i nuovi padroni della catena alimentare.
Secondo noi, questa spiegazione è particolarmente elegante: non tutto nella preistoria dipendeva dalla temperatura, ma anche dalla competizione e dalle opportunità ambientali.
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