Quasi nove persone su dieci nel mondo eseguono il backup dei loro dati più importanti. Tuttavia, il 68% delle intrusioni avviene a casa o sul posto di lavoro a causa di errori umani. Queste situazioni potrebbero essere meno critiche se si disponesse di backup regolari. Questo è quanto emerge da due diverse ricerche in occasione del World Backup Day, che si celebra ogni anno il 31 marzo per sottolineare l’importanza di avere una copia dei file per uso personale e professionale.
Secondo uno studio globale di Western Digital, l’87% delle persone esegue attivamente il backup dei propri contenuti. Le principali motivazioni includono la paura di perdere file importanti (83%), la necessità di liberare spazio sul dispositivo (67%) e la protezione dalle minacce informatiche (42%). Tra coloro che non effettuano il backup, il 36% ritiene di non averne bisogno, il 30% non vuole occupare spazio di archiviazione, il 29% lo considera una perdita di tempo e il 23% non sa come fare.
Il 63% degli intervistati concorda sul fatto che eseguirebbe il backup dei dati più frequentemente se fosse automatico e semplice. Questa pratica è di grande interesse, soprattutto considerando i dati del Rapporto Clusit 2025. Secondo l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nel 2024 l’Italia ha ricevuto il 10% degli attacchi cyber globali, con un incremento del 15% degli incidenti in dodici mesi. “Il backup non è un optional, ma una garanzia di sopravvivenza aziendale”, afferma Alessio Pennasilico del Comitato Scientifico di Clusit.
Una ricerca separata di Verizon sottolinea che il 68% delle intrusioni avviene per errori umani, sia a casa che sul lavoro. Le conseguenze di tali errori potrebbero essere mitigate con backup regolari. Una pratica consigliata è quella del ‘3-2-1’, che prevede di avere almeno tre copie dei propri dati: due su supporti fisici e una terza su servizi cloud.
Fonte: Ansa
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