mercoledì, 12 Marzo 2025
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La psilocibina può “ricostruire” il cervello dopo un trauma cranico?

Gli scienziati stanno studiando se la psilocibina, il principio attivo psichedelico presente nei funghi allucinogeni, possa aiutare il cervello a riprendersi dopo un trauma cranico. Una ricerca preliminare condotta su ratti femmina ha sorpreso i ricercatori della Northeastern University per i suoi risultati promettenti, anche se lo studio non è ancora stato sottoposto a revisione scientifica.

Nel preprint dello studio, gli autori descrivono come la psilocibina sia riuscita a ripristinare le funzioni cerebrali nei roditori adulti dopo una serie di traumi cranici lievi e ripetuti. Questi danni sono stati progettati per imitare quelli comunemente riscontrati negli atleti, nei militari, negli anziani e nelle vittime di violenza domestica.

Ripristino della connettività cerebrale

I risultati mostrano che, nei ratti sottoposti a traumi cranici, la connettività funzionale tra diverse regioni del cervello si riduce. Tuttavia, il trattamento con psilocibina è riuscito a invertire questa tendenza, riportando il cervello non solo ai livelli normali, ma persino a una condizione di iperconnettività.

Sebbene non sia ancora certo che gli stessi benefici possano verificarsi nel cervello umano, questi risultati sono in linea con le evidenze emergenti che suggeriscono come la psilocibina possa ridurre l’infiammazione cerebrale e modificare le connessioni neuronali. Oltre a migliorare la comunicazione tra diverse aree del cervello, questa sostanza sembra influenzare il modo in cui il sistema nervoso centrale elabora e condivide le informazioni.

Potenziali applicazioni cliniche

Le ricerche iniziali sull’uomo suggeriscono che la psilocibina, combinata con la terapia, possa aiutare le persone affette da depressione, anoressia, dipendenze e altri disturbi mentali. Alcuni studi su animali indicano persino che questa sostanza potrebbe favorire la ricrescita delle connessioni neurali perse.

Ora, gli scienziati stanno esplorando il potenziale della psilocibina nel trattamento delle commozioni cerebrali e delle lesioni cerebrali traumatiche.

Lo studio sui ratti

Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno indotto lievi traumi cranici a 16 ratti femmina adulti, senza anestesia, per tre giorni consecutivi. Mezz’ora dopo ogni trauma, metà dei ratti ha ricevuto un’iniezione di psilocibina.

“I risultati sono stati incredibili”, ha dichiarato Craig Ferris, psicologo della Northeastern University. “Abbiamo osservato che, in seguito ai traumi cranici, le connessioni cerebrali si riducono drasticamente. Con la psilocibina, non solo tornano alla normalità, ma il cervello diventa ancora più connesso di prima”.

Il terzo giorno dell’esperimento, i ricercatori hanno eseguito una risonanza magnetica sui cervelli di tutti i ratti, inclusi otto esemplari di controllo che non avevano subito alcun trauma. Successivamente, hanno ripetuto la scansione dopo 22 giorni, prima di analizzare i tessuti cerebrali.

I risultati mostrano un quadro simile a quello delle risonanze magnetiche effettuate su esseri umani dopo traumi cranici ripetuti. Tuttavia, nei ratti trattati con psilocibina, il gonfiore cerebrale risultava significativamente ridotto rispetto a quelli che avevano subito un trauma senza ricevere il trattamento. Sebbene il gonfiore fosse ancora presente rispetto ai ratti che non avevano subito traumi, il danno complessivo risultava attenuato.

Questi dati suggeriscono che la psilocibina potrebbe avere un potenziale terapeutico nel ridurre gli effetti dei traumi cranici, aprendo nuove prospettive per il trattamento delle lesioni cerebrali traumatiche negli esseri umani.

Fonte: Science Alert

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Salvatore Macrì
Salvatore Macrìhttps://sotutto.it
Amante della tecnologia, della buona musica e della SEO, scrivo articoli per puro divertmento e per delucidare delle tematiche legate alla vita quotidiana per rendere questo mondo meno complicato. Sensibile ai temi ambientali e strenue sostenitore di una "green revolution" che nasca dal basso.
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