Uno studio pubblicato sulla rivista “Communications Earth & Environment” ha rivelato un ciclo di 60 milioni di anni che intreccia tectonica, biogeochimica e biodiversità marina. Due ricercatori dell’Institut des sciences de la Terre de Paris (CNRS/Università della Sorbona) hanno analizzato le ciclicità degli archivi geologici, mettendo in luce un orologio geologico interno che sembra scandire i grandi sconvolgimenti biologici del Fanerozoico.
I geologi e i paleontologi hanno tradizionalmente definito la scala dei tempi geologici basandosi sui grandi sconvolgimenti della vita sulla Terra. Le ere, i periodi e le epoche sono stati definiti in funzione delle grandi trasformazioni paleobiologiche. L’étage, l’unità di base di questa scala, si fonda principalmente sul contenuto fossile delle rocce. Per la maggior parte degli stadi del Fanerozoico, i marcatori temporali fondamentali corrispondono a eventi biostratigrafici, che riflettono variazioni paleoambientali globali che hanno influenzato la biodiversità e il rinnovamento della vita sulla Terra.
Gli autori dello studio hanno identificato una ciclicità di 60 milioni di anni nella durata degli stadi geologici, che coincide con fluttuazioni simili nella biodiversità marina, nei cicli biogeochimici e nelle principali evoluzioni dei movimenti globali delle placche tettoniche al Fanerozoico. Questo ciclo di 60 milioni di anni tra tettonica, geochimica e biodiversità rappresenta un’importante scoperta per comprendere i meccanismi che regolano i grandi cambiamenti biologici e geologici del nostro pianeta.
Fonte: Techno Science
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