Negli anni ’40 ci vollero ingegno, matematica avanzata e nuove macchine per spezzare il codice Enigma, usato dai nazisti per le comunicazioni segrete. Oggi, secondo esperti come il professor Michael Wooldridge dell’Università di Oxford, basterebbero pochi secondi e un’intelligenza artificiale generativa per fare lo stesso lavoro.
A dirlo non è solo una provocazione accademica, ma una valutazione tecnica precisa: con la potenza dei moderni computer e le capacità logiche di un modello come ChatGPT, Enigma verrebbe smontato rapidamente. E senza il bisogno delle celebri “Bombe” di Turing.
Il paradosso storico: da impresa titanica a problema banale
Durante la Seconda Guerra Mondiale, decifrare Enigma fu considerata una delle più grandi imprese scientifiche del secolo. Alan Turing e il team di Bletchley Park riuscirono a farlo con un mix di intuizione, calcolo combinatorio e la costruzione di macchine elettromeccaniche. I risultati — stimati in due anni di guerra abbreviati e milioni di vite salvate — parlano da soli.
Oggi, invece, tutto quel lavoro potrebbe essere replicato in tempi brevissimi da un algoritmo, addestrato su logiche probabilistiche e pattern linguistici. Secondo Wooldridge, la logica interna di Enigma è perfettamente riproducibile in un programma convenzionale, e ChatGPT potrebbe ricostruire i meccanismi interni senza fatica. Il resto lo farebbe la potenza di calcolo.
A nostro avviso, è uno dei migliori esempi di quanto si sia spostata la soglia della complessità computazionale nel giro di ottant’anni. Un sistema considerato inviolabile — al punto da fondare intere operazioni belliche sulla sua sicurezza — oggi potrebbe essere simulato e smontato da un modello linguistico AI accessibile online.
Enigma oggi: più un monumento che una sfida
Va detto che il fascino di Enigma resta intatto, soprattutto dal punto di vista storico e didattico. Ma sul piano tecnico, non rappresenta più una sfida reale per l’informatica moderna. Le AI generative sono in grado di testare milioni di combinazioni, riconoscere pattern linguistici criptati e persino ricostruire la grammatica sottostante, il tutto con un grado di adattamento superiore a qualunque macchina rigida dell’epoca.
Ed è qui che emerge un contrasto curioso: più il problema si è semplificato per la macchina, più è cresciuto il nostro stupore umano. Perché il codice Enigma resta un simbolo potente, ma è anche la prova di come l’intelligenza artificiale non stia solo imitando la mente umana — la stia già superando in certi compiti ristretti.
Oltre Enigma: cosa ci dice questo confronto sul nostro presente
Se l’AI può risolvere in pochi secondi ciò che un’intera generazione di menti geniali impiegò anni a svelare, la vera domanda è cosa accadrà quando applicheremo questi modelli ai problemi irrisolti di oggi: dalla crittografia quantistica al linguaggio del DNA, dalle logiche finanziarie alle simulazioni biologiche.
Secondo noi, il caso Enigma è un avviso sottile ma forte: non c’è problema statico che resista alla dinamica di apprendimento delle AI moderne. E se oggi parliamo di decrittazione storica, domani potremmo trovarci a riscrivere interi settori della conoscenza umana.
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