OpenAI chiede deregolamentazione per competere con la Cina nello sviluppo dell’IA
OpenAI, nota per il suo chatbot ChatGPT, ha recentemente rivolto un appello all’amministrazione Trump, sollecitando una deregolamentazione e politiche che consentano alle aziende di intelligenza artificiale di operare liberamente. Secondo OpenAI, le leggi statali eccessivamente onerose ostacolano l’innovazione, rendendo difficile per le aziende americane competere con la Cina nello sviluppo dell’IA. L’azienda sostiene che le normative sull’IA sono più facili da applicare alle aziende nazionali, imponendo requisiti di conformità che indeboliscono la qualità e il livello dei dati di addestramento disponibili per gli imprenditori americani.
OpenAI propone un sistema di condivisione dei dati dell’IA che preveda la condivisione della tecnologia con i paesi che seguono “principi democratici dell’IA”, bloccando l’accesso alla Cina e limitando l’accesso ai paesi che potrebbero far trapelare dati alla Cina. Inoltre, l’azienda suggerisce investimenti governativi nell’utilizzo della tecnologia IA e nella costruzione di infrastrutture per l’IA.
La proposta di OpenAI è stata presentata all’Ufficio per la Scienza e la Tecnologia per essere considerata durante lo sviluppo di un nuovo Piano d’Azione per l’IA, volto a rendere le persone più produttive, più prospere e più libere. OpenAI sostiene che se i modelli di IA non avranno accesso equo ai dati, la “corsa all’IA è praticamente finita” e “l’America perde”.
La questione dell’uso di materiale protetto da copyright per l’addestramento dell’IA ha suscitato l’ira di artisti, giornalisti, scrittori e altri creativi. Ad esempio, il New York Times ha citato in giudizio Microsoft e OpenAI per aver addestrato modelli di IA su articoli di notizie. Molti strumenti di IA assimilano e riassumono contenuti da siti di notizie, allontanando gli utenti dalle fonti primarie e fornendo spesso informazioni errate. Motori di generazione di immagini come Dall-E e Midjourney sono stati addestrati su centinaia di milioni di immagini raccolte da internet, portando a cause legali.
Fonte: MacRumors
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