I batteri come alleati contro gli inquinanti eterni
Una scoperta rivoluzionaria potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), note come inquinanti eterni. Uno studio pubblicato su Science of the Total Environment ha rivelato che il batterio Labrys portucalensis F11 è in grado di metabolizzare oltre il 90% dell’acido perfluoroottano sulfonico (PFOS) in soli 100 giorni.
Si tratta di un passo avanti significativo, considerando che il PFOS è uno dei PFAS più persistenti e pericolosi, tanto da essere classificato come sostanza nociva dall’Agenzia americana di protezione dell’ambiente.
Un adattamento cruciale per la sopravvivenza
Alcuni batteri, come l’F11, si sono evoluti per utilizzare i PFAS come fonte di carbonio, un adattamento essenziale per sopravvivere in ambienti inquinati.
La capacità di degradare i legami carbonio-fluoro, noti per la loro resistenza, rappresenta un progresso importante. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che l’F11 è in grado di eliminare il fluoro dai metaboliti che si formano nel processo, riducendo così la loro tossicità.
Prospettive future per la decontaminazione
Questa scoperta apre nuove possibilità per il trattamento delle acque reflue e la bonifica dei suoli contaminati. Gli scienziati stanno attualmente studiando strategie per accelerare la degradazione dei PFAS da parte del batterio F11, ad esempio modificando le condizioni ambientali o introducendo fonti di carbonio alternative.
Questi studi potrebbero portare a soluzioni più efficaci e sostenibili per combattere l’inquinamento da PFAS.
Fonte: Techno Science
Ricevi le ultime attualità sul mondo tech!