L’entusiasmo iniziale attorno al Vision Pro si è trasformato in cautela. A meno di due anni dal debutto, il primo visore “spatial computer” di Apple sembra aver perso parte della spinta con cui era stato lanciato. Cupertino avrebbe infatti deciso di rallentare lo sviluppo di nuove versioni per rivedere la strategia complessiva, concentrandosi su prodotti più leggeri e accessibili.
Il cambio di rotta
Quando il Vision Pro venne presentato, Apple lo descrisse come l’inizio di una nuova era per la tecnologia immersiva. L’obiettivo era ambizioso: portare la realtà aumentata e mista nel quotidiano.
Ma dopo mesi di vendite inferiori alle aspettative e un’accoglienza tiepida fuori dagli Stati Uniti, qualcosa è cambiato. L’azienda avrebbe messo in pausa il progetto di un modello più economico, spostando risorse verso dispositivi indossabili di nuova generazione, come occhiali intelligenti con funzioni di intelligenza artificiale integrata.
In pratica, Apple non sta abbandonando la realtà aumentata, ma sta cercando un modo diverso per renderla realmente mainstream.
Le difficoltà del Vision Pro
Il prezzo è stato il primo muro: oltre 3.000 euro per un dispositivo ancora percepito come “di lusso tecnologico”. Troppo per la maggior parte degli utenti, specialmente considerando la mancanza di app davvero essenziali.
Il comfort è il secondo punto critico. Il visore è potente, ma pesante: usarlo per ore è complicato, e questo limita molto la sua applicazione quotidiana. Nonostante l’eccellente qualità del display e l’effetto “spaziale” del sistema operativo, la fisicità del prodotto ne frena la diffusione.
Infine, c’è il fattore contenuti. Senza un ecosistema maturo di app, esperienze e giochi, un dispositivo come questo resta un oggetto da provare, non da usare ogni giorno. Apple lo sa, e la strategia di “ricalibrare” gli investimenti è un modo per evitare che la piattaforma resti confinata a un pubblico di curiosi e sviluppatori.
I piani alternativi
Il futuro prossimo di Apple nel settore sembra muoversi su due fronti.
Da una parte, un refresh tecnico del Vision Pro — con piccoli miglioramenti, forse un chip più recente, ma senza rivoluzioni nel design.
Dall’altra, il progetto più ambizioso: occhiali intelligenti leggeri, pensati per essere indossati ovunque e collegati in modo nativo con iPhone e Apple Watch.
Questi occhiali potrebbero diventare la vera eredità del Vision Pro, portando funzioni di realtà aumentata in un formato più naturale, discreto e socialmente accettato. Se Apple riuscirà a farlo mantenendo design e privacy, avrà finalmente trovato il punto d’incontro tra innovazione e praticità.
L’incertezza del mercato
La mossa di Apple arriva in un momento complesso per l’intero settore AR/VR. Dopo anni di entusiasmo, il pubblico mostra un atteggiamento più realistico: la curiosità non basta più, servono utilità concrete.
Meta, Samsung e altri marchi spingono verso soluzioni ibride, più leggere, più economiche, e integrate con intelligenza artificiale per offrire assistenza, traduzioni e overlay di informazioni utili nella vita quotidiana.
Apple non può ignorare questa direzione, e forse proprio per questo ha deciso di rallentare la corsa ai visori “da laboratorio” per concentrarsi su un futuro più accessibile.
Vision Pro come esperimento
Il Vision Pro, pur con i suoi limiti, resterà un prodotto iconico. È servito ad aprire una strada, a far capire quanto il concetto di “spatial computing” possa trasformare lavoro, intrattenimento e comunicazione.
Non è un fallimento, ma un prototipo commerciale che ha insegnato molto ad Apple su cosa funziona e cosa no.
Probabilmente, nei prossimi anni il visore si evolverà in una direzione meno ingombrante e più vicina agli occhiali AR. Quando questo accadrà, guarderemo al Vision Pro come al primo passo di una transizione inevitabile.
Considerazioni finali
A mio parere, il Vision Pro non è un passo falso: è un passo avanti fatto troppo presto. Apple ha osato, e forse per la prima volta si è trovata a spingere una categoria che il mercato non era ancora pronto ad accogliere.
Rivedere la strategia è una mossa intelligente, non una ritirata. Significa che l’azienda sta ascoltando il mondo reale.
La realtà aumentata arriverà — ma probabilmente non in forma di casco. Sarà negli occhiali, nelle lenti, nelle esperienze integrate con i dispositivi che già usiamo. Quando succederà, l’eredità del Vision Pro sarà evidente: è stato il primo esperimento tangibile di un futuro che Apple, in un modo o nell’altro, riuscirà a farci indossare.
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