Una delle principali sfide nel trattamento dell’Alzheimer e di altre malattie cerebrali è superare le robuste difese che il cervello utilizza per proteggersi. Tuttavia, grazie a un recente studio, è emersa una nuova soluzione a questo problema. Le difese del cervello sono principalmente gestite dalla barriera emato-encefalica (BBB), un sofisticato sistema di controllo che permette il passaggio di molecole e sostanze chimiche essenziali per la sua funzione e salute, mentre blocca elementi dannosi o estranei. Per il cervello, i trattamenti medici possono sembrare appartenere a quest’ultima categoria.
In questa innovativa ricerca, condotta da un team dell’Università dello Stato dell’Oregon (OSU), è stato dimostrato che nanoparticelle appositamente progettate, di dimensioni microscopiche, possono attraversare la BBB e consegnare il loro carico alle cellule immunitarie in una specifica area del cervello. I ricercatori sono riusciti a mirare a particolari cellule immunitarie in una regione precisa del cervello.
“Il nostro lavoro rappresenta una svolta significativa”, afferma Oleh Taratula, professore di farmacia all’OSU. L’aspetto innovativo delle nanoparticelle è che sono state caricate con peptidi accuratamente selezionati, ovvero proteine corte, per garantire un’efficace consegna del trattamento. Questa scoperta apre nuove prospettive per il trattamento di malattie cerebrali, offrendo un approccio più mirato e potenzialmente più efficace.
Fonte: Science Alert
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