Le disuguaglianze di ricchezza risalgono a oltre 10.000 anni fa, ben prima dell’emergere delle prime civiltà. Uno studio recente ha sconvolto la nostra comprensione delle società antiche, rivelando disparità economiche inaspettate.
I ricercatori hanno analizzato la dimensione delle abitazioni in oltre 1100 siti archeologici in tutto il mondo. Questo metodo innovativo ha permesso di misurare le disuguaglianze di ricchezza in società preistoriche, molto prima dell’invenzione della scrittura.
L’agricoltura ha segnato una svolta nella storia umana, permettendo la sedentarizzazione e introducendo nuove forme di organizzazione sociale ed economica. La proprietà di terre fertili è diventata una questione cruciale.
Gli individui e le comunità che riuscivano a controllare queste risorse hanno visto aumentare il loro status sociale e la loro ricchezza.
Lo studio, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences, mostra che le disuguaglianze hanno iniziato ad aumentare circa 1.500 anni dopo l’inizio dell’agricoltura.
La crescita demografica e la complessità sociale hanno giocato un ruolo chiave in questa evoluzione. I ricercatori hanno utilizzato il coefficiente di Gini per valutare le disparità economiche.
I risultati indicano che le prime comunità agricole erano relativamente egualitarie, ma le disuguaglianze si sono accentuate con l’espansione delle società.
Le innovazioni tecnologiche, come l’irrigazione, hanno intensificato la produzione agricola ma anche ampliato i divari di ricchezza. Alcuni progressi, come la metallurgia del ferro, hanno tuttavia avuto un effetto equalizzante migliorando l’accesso agli strumenti.
Questa ricerca internazionale coinvolge 27 scienziati di diverse istituzioni. Sottolinea l’importanza dell’archeologia per comprendere le dinamiche sociali antiche e le loro ripercussioni attuali.
Le scoperte mettono in discussione l’idea di un mondo preindustriale uniformemente povero. Rivelano invece un’accumulazione progressiva di ricchezze e disparità economiche marcate fin dalle prime società agricole.
Gli archeologi utilizzano spesso la dimensione delle abitazioni come indicatore di ricchezza. Questo metodo si basa sull’ipotesi che le case più grandi riflettano uno status sociale più elevato.
Il coefficiente di Gini, uno strumento statistico, viene applicato per quantificare le disparità. Permette di confrontare le disuguaglianze tra diversi periodi e regioni.
Questa approccio ha rivelato che le prime società agricole erano relativamente egualitarie. Le disuguaglianze si sono accentuate con la complessificazione delle strutture sociali.
I dati archeologici completano così le fonti scritte, offrendo una visione più completa dell’evoluzione delle società umane.
Fonte: Techno Science
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