Nel vasto cimitero orbitale che circonda la Terra, alcuni oggetti sembrano usciti da romanzi di fantascienza. Uno di questi è Kosmos 482, una sonda lanciata dall’Unione Sovietica nel lontano 1972, destinata a raggiungere Venere. Mai arrivata a destinazione per via di un malfunzionamento del razzo, è rimasta in orbita per oltre cinquant’anni, diventando un relitto silenzioso. Ma ora, questa reliquia del programma Venera è tornata protagonista: sta rientrando nell’atmosfera terrestre — e non è sola.
- 1 Il fallimento che ha reso Kosmos 482 un relitto in orbita
- 2 L’anomalia visiva: un oggetto segue la sonda
- 3 Un paracadute nello spazio? Tra ipotesi e realtà
- 4 La robustezza del modulo: potrebbe davvero sopravvivere al rientro?
- 5 Cosa aspettarsi nei prossimi giorni
- 6 Perché è rimasta in orbita così a lungo?
- 7 Un’occasione rara per la scienza
- 8 Conclusione: dal dimenticatoio al ritorno nella storia
Il fallimento che ha reso Kosmos 482 un relitto in orbita
Kosmos 482 faceva parte dell’ambizioso programma Venera, con cui l’URSS cercava di esplorare il pianeta Venere. L’obiettivo era inviare un modulo d’atterraggio attraverso l’atmosfera venusiana, un ambiente estremo fatto di temperature elevatissime e pressione opprimente.
Tuttavia, un’anomalia al razzo ha impedito il completamento della manovra orbitale, lasciando parte della sonda in orbita terrestre. Tra questi frammenti, il modulo di atterraggio vero e proprio, progettato per resistere alle condizioni infernali di Venere.
Il fatto che sia sopravvissuto per mezzo secolo in orbita terrestre non sorprende gli esperti: essendo costruito per condizioni molto peggiori, la sua robustezza strutturale è fuori discussione.
L’anomalia visiva: un oggetto segue la sonda
Negli ultimi mesi, la sonda è stata monitorata da astronomi amatoriali e professionisti, e un dettaglio ha attirato l’attenzione: un oggetto dalla forma allungata segue Kosmos 482 nella sua traiettoria di rientro.
Il primo a documentare questa peculiarità è stato Ralf Vandebergh, astrofotografo olandese che ha pubblicato immagini ad alta risoluzione. Il corpo secondario mostra una forma simile a quella di un paracadute parzialmente aperto, ipotesi ancora oggetto di dibattito.
Anche immagini scattate nel 2014 mostrano una struttura simile, rafforzando la teoria che si tratti di un componente originale della sonda, rimasto ancorato o in orbita solidale.
Un paracadute nello spazio? Tra ipotesi e realtà
L’idea che si tratti davvero di un paracadute apre scenari affascinanti, ma anche controversi. In teoria, un paracadute nello spazio non ha alcuna funzione pratica, poiché non c’è atmosfera che possa esercitare resistenza. Tuttavia, potrebbe essere stato espulso per errore o danneggiato al momento del malfunzionamento, restando vincolato al modulo.
Va detto che, anche se presente, un paracadute non sopravviverebbe all’attrito dell’atmosfera terrestre: la velocità di rientro e le temperature associate causerebbero la sua distruzione prima ancora che possa aprirsi.
La robustezza del modulo: potrebbe davvero sopravvivere al rientro?
La capsula di Kosmos 482 ha una massa di circa 500 kg e un diametro di poco superiore al metro. È costruita per resistere a pressioni e temperature estreme, tipiche di Venere. Per questo motivo, molti esperti ritengono altamente probabile che possa attraversare l’atmosfera terrestre senza disintegrarsi.
In caso di impatto, le probabilità che sopravviva non sono trascurabili, rendendo Kosmos 482 una delle poche sonde a rientrare sulla Terra intatta dopo decenni di inattività.
Cosa aspettarsi nei prossimi giorni
Le agenzie spaziali e gli osservatori di oggetti in orbita stanno monitorando attentamente la traiettoria di rientro. Tuttavia, il punto esatto in cui Kosmos 482 entrerà nell’atmosfera è ancora incerto e potrebbe variare fino all’ultimo minuto.
Le autorità attendono con attenzione gli aggiornamenti, sia per motivi scientifici sia per sicurezza: un oggetto da 500 kg che attraversa il cielo a velocità supersonica non passa inosservato.
Perché è rimasta in orbita così a lungo?
Molti si chiedono come un oggetto possa restare in orbita per oltre cinquant’anni. La risposta sta nella quasi totale assenza di attrito nello spazio. Gli oggetti in orbita bassa, come Kosmos 482, subiscono una lenta decelerazione causata dalla tenue resistenza dell’atmosfera residua. Tuttavia, ciò può richiedere decenni.
Altri fattori che influenzano la durata in orbita includono:
- Forze gravitazionali della Luna e del Sole
- Pressione della radiazione solare
- Micro-collisioni con detriti o micrometeoriti
Nel caso di Kosmos 482, questi fattori hanno modificato progressivamente la sua orbita, fino a portarla in una traiettoria di rientro attiva.
Un’occasione rara per la scienza
Il ritorno di una sonda lanciata nel 1972 offre un’opportunità unica per:
- Studiare l’integrità dei materiali spaziali dopo decenni in orbita
- Osservare la dinamica di rientro di oggetti storici non controllati
- Analizzare la sopravvivenza di sistemi progettati per ambienti extraterrestri
Kosmos 482 diventa così non solo una curiosità spaziale, ma anche un laboratorio volante, capace di raccontare come si comportano i materiali, i sensori e i dispositivi dopo una vita oltre la Terra.
Conclusione: dal dimenticatoio al ritorno nella storia
Kosmos 482 è uno dei tanti oggetti che l’umanità ha lasciato nello spazio, dimenticato per anni. Ma ora, il suo rientro riaccende l’interesse su una pagina di storia sovietica, tra ingegneria estrema, missioni incompiute e misteri ancora irrisolti.
Se davvero atterrerà (o si schianterà) sulla Terra, potremmo trovarci davanti a uno dei pochi manufatti pre-Apollo recuperati dopo cinquant’anni di solitudine orbitale. Un vero viaggio nel tempo — con un osservatore allungato al seguito.
Fonte: Techno Science
Ricevi le ultime attualità sul mondo tech!