lunedì, 17 Novembre 2025
NordVPN Black FridayNordVPN Black Friday
HomeGuide e consigli d'acquistoPerché la stufa a pellet scalda poco? Il test casalingo che svela...

Perché la stufa a pellet scalda poco? Il test casalingo che svela al 100% se i pellet sono buoni

Ti è mai capitato di accendere la stufa a pellet, aspettarti il solito tepore avvolgente e invece sentire solo un’aria tiepida, come se la fiamma non ce la facesse più?
Molti danno subito la colpa alla stufa o al tecnico che non l’ha regolata bene. In realtà, nella maggior parte dei casi, il problema è nel pellet stesso.

Sì, i pellet non sono tutti uguali. E anche se all’apparenza sembrano identici, ci sono differenze enormi nella qualità, nella densità e soprattutto nell’umidità. Un pellet “difettoso” può far crollare la resa termica anche del 30%.
Per fortuna esiste un modo semplicissimo per capire se stai usando pellet buoni o pessimi: il test del bicchiere d’acqua.

È un trucco che si fa in due minuti, e ti rivela subito se i tuoi pellet sono asciutti, troppo umidi o addirittura rovinati. Essendo anche io possessore di una stufa a pellet sono sempre indeciso al momento dell’acquisto della mia scorta invernale visto che se non testi prima è difficile capire se il pellet è buono e anche le qualità possono cambiare da un anno all’altro anche per la stessa marca.

Quando il problema non è la stufa ma il pellet

Il pellet è un combustibile naturale, ma molto sensibile: assorbe facilmente l’umidità e, se conservato male, perde compattezza e potere calorifico.
Quando il pellet è umido, la stufa deve “sprecare” parte del calore per evaporare l’acqua, e quindi rende meno.

Ecco i sintomi tipici di pellet umidi o scadenti:

  • la stufa impiega più tempo a scaldare;
  • il vetro si annerisce rapidamente;
  • la fiamma è bassa e arancione scuro;
  • restano pellet parzialmente bruciati nel braciere;
  • i fumi sono bianchi o grigi;
  • il consumo aumenta, ma la stanza resta fredda.

Se riconosci anche solo due di questi segnali, vale la pena fare il test del bicchiere.

Il test del bicchiere d’acqua: come funziona davvero

Online se ne leggono di tutti i colori, e molti riportano la spiegazione sbagliata.
Vediamo quindi come funziona realmente e perché.

Il principio è semplice:
un pellet buono, asciutto e ben pressato ha una densità superiore a quella dell’acqua, quindi tende ad affondare lentamente e a rimanere compatto.
Un pellet umido o poroso, invece, è meno denso: l’acqua entra subito nelle microfessure e lo fa galleggiare, gonfiare o addirittura sfaldare.

👉 In sintesi:

  • Pellet buono → affonda (anche lentamente) e resta intero.
  • Pellet cattivo → galleggia, si gonfia o si sbriciola.

Quindi, no: non è vero che il pellet “buono” deve galleggiare.
Quella è una leggenda nata da interpretazioni errate. Il parametro decisivo è la resistenza in acqua, non solo se affonda o no.

Come fare il test passo per passo

È un esperimento rapido, sicuro e gratuito.
Ecco come farlo in modo corretto:

  1. Riempi un bicchiere trasparente d’acqua a temperatura ambiente.
  2. Prendi 2 o 3 pellet a campione dal sacco.
  3. Immergili completamente e osserva per 5 minuti.

Ora interpreta il risultato:

Comportamento del pelletCosa significa
Affonda lentamente e resta compattoPellet asciutto e ben pressato ✅
Galleggia ma resta integro per qualche minutoPellet discreto, probabilmente asciutto ma leggero ⚠️
Si gonfia, si spacca o si sbriciolaPellet umido o di bassa qualità ❌
Rilascia segatura nell’acquaPellet mal conservato o friabile ❌

Il test non è scientifico, ma nella pratica è sorprendentemente affidabile.
Un pellet di buona qualità può restare compatto per diversi minuti; uno scadente si disfa in pochi secondi.

Perché l’umidità è la vera nemica della resa

Il pellet nasce da segatura compressa ad alta pressione, ma se assorbe umidità perde la sua struttura compatta. Quando lo bruci:

  • una parte del calore serve a far evaporare l’acqua interna;
  • la combustione diventa più lenta e incompleta;
  • la temperatura della fiamma scende;
  • si formano più residui e incrostazioni;
  • il vetro della stufa si sporca velocemente.

È un effetto a catena: meno calore, più sporcizia, più manutenzione.
E tutto parte da un pellet apparentemente “normale”.

Non basta comprare pellet buoni: serve conservarli bene

Anche il miglior pellet del mondo si rovina se lo tieni nel posto sbagliato.
L’umidità dell’aria, i pavimenti freddi o le pareti di cantine e garage possono rovinare un intero bancale in pochi giorni.

Ecco le regole fondamentali per conservarli correttamente:

  • Tienili sollevati da terra su una pedana o pallet.
  • Evita muri esterni o pareti umide.
  • Non lasciare i sacchi aperti troppo a lungo.
  • Usa contenitori chiusi vicino alla stufa per il pellet giornaliero.
  • Se possibile, riponi i sacchi in un luogo ventilato e asciutto.

Un trucco pratico: se un sacco da 15 kg ti sembra più pesante del solito, probabilmente ha assorbito acqua.

Il “test del suono”: un piccolo trucco in più

C’è anche un metodo curioso ma efficace, usato da molti installatori:
prendi una manciata di pellet e scuotila dentro un secchio metallico.

  • Se senti un suono secco e cristallino, il pellet è denso e asciutto.
  • Se invece il rumore è sordo o ovattato, è un segnale di umidità o porosità interna.

È un test empirico, ma funziona bene in combinazione con quello del bicchiere.

Come riconoscere un pellet di qualità (senza farsi fregare)

Non serve essere esperti per distinguere un buon pellet da uno mediocre. Bastano alcuni accorgimenti:

  • Certificazione: scegli sempre pellet ENplus A1 o DINplus. Sono gli unici con controlli reali su umidità e residui.
  • Aspetto: il colore deve essere omogeneo, senza macchie scure o riflessi grigi.
  • Polvere nel sacco: poca segatura = pellet compatto e resistente.
  • Profumo: deve sapere di legno naturale, non di colla o chimico.
  • Origine: preferisci legni vergini (abete, faggio o misto certificato).

E ricordati: il prezzo non è garanzia di qualità. Ci sono pellet economici eccellenti e pellet “premium” pessimi.

Cosa fare se scopri che i tuoi pellet sono umidi

Purtroppo, quando il pellet è già gonfio o sfaldato, non c’è modo di recuperarlo completamente.
Anche se lo asciughi, la struttura interna resta danneggiata e la resa non torna più quella di prima.

Puoi però limitare i danni:

  1. Non mischiare i pellet umidi con quelli buoni.
  2. Lascia asciugare i sacchi sospetti in un ambiente secco, ma non aspettarti miracoli.
  3. Usa i pellet “compromessi” solo per brevi accensioni o test, non per il riscaldamento quotidiano.

E, soprattutto, cambia fornitore o marca se ti capita più di una volta.

Perché vale la pena fare questo test

Il test del bicchiere d’acqua richiede meno di cinque minuti, ma può salvarti da settimane di frustrazione.
Ti evita di chiamare inutilmente il tecnico, di cambiare componenti perfettamente funzionanti e di sprecare pellet che scaldano la metà.

Un pellet buono può migliorare il rendimento del 15–20 %, ridurre i consumi e prolungare la vita della stufa.
E soprattutto, restituisce quel comfort immediato che ogni amante della fiamma a pellet conosce bene.

La mia opinione

Il “trucco” del bicchiere d’acqua è semplice quanto efficace.
Non serve esperienza, né strumenti costosi: solo un po’ d’acqua e curiosità.

È un gesto che tutti dovremmo fare almeno una volta prima dell’inverno.
Perché spesso non serve una nuova stufa, ma solo pellet migliori.
E scoprire che bastava cambiare sacco per ritrovare quel calore pieno e costante… è una piccola, grande soddisfazione.

Ricevi le ultime attualità sul mondo tech!

Salvatore Macrì
Salvatore Macrìhttps://it.linkedin.com/in/salmacri
Amante della tecnologia, della buona musica e della SEO, scrivo articoli per passione e per delucidare delle tematiche legate alla vita quotidiana per rendere questo mondo meno complicato. Sensibile ai temi ambientali e strenue sostenitore di una "green revolution" che nasca dal basso.
ARTICOLI CORRELATI

Ultimi articoli