Orche: i nuovi predatori dell’oceano
Nel vasto oceano, esiste una creatura che incute timore persino al grande squalo bianco, un tempo considerato il predatore più temuto del mare.
Al largo delle coste del Sudafrica, una coppia di orche (Orcinus orca) è nota per terrorizzare gli squali bianchi (Carcharodon carcharias) così implacabilmente che questi ultimi sono stati costretti a fuggire dai loro stessi siti di alimentazione.
Per la prima volta, un branco di orche completamente estranee è stato osservato mentre cacciava squali bianchi al largo della costa del Messico. Le orche apprezzano particolarmente gli squali per il loro fegato ricco e nutriente. Il gruppo di orche di Moctezuma, precedentemente avvistato mentre uccideva squali balena, ha sviluppato una tecnica per immobilizzare completamente gli squali prima di gustare i loro fegati come una prelibatezza.
Intelligenza e strategia delle orche
Le orche che si nutrono di elasmobranchi, come squali e razze, potrebbero cacciare un grande squalo bianco ovunque ne trovino uno. Questo comportamento è una testimonianza dell’intelligenza avanzata, del pensiero strategico e dell’apprendimento sociale sofisticato delle orche.
Le tecniche di caccia vengono tramandate di generazione in generazione all’interno dei loro gruppi, dimostrando una capacità di adattamento e innovazione straordinaria.
Nel Golfo della California, le orche sono state avvistate mentre cacciavano uno squalo bianco, un evento che sottolinea ulteriormente la loro abilità e determinazione come predatori.
Considerazioni finali
Le orche stanno riscrivendo le regole del gioco nell’oceano, dimostrando che anche i predatori più temuti possono essere vulnerabili. La loro capacità di adattarsi e sviluppare nuove tecniche di caccia è un esempio affascinante di evoluzione e intelligenza animale.
Questo fenomeno ci ricorda quanto ancora ci sia da scoprire sugli ecosistemi marini e sull’interazione tra le diverse specie. Le orche, con la loro astuzia e abilità, continuano a stupire e a sfidare le nostre percezioni sui predatori dell’oceano.
Fonte: Science Alert
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