Un team internazionale di astronomi ha annunciato la prima rilevazione di molecole organiche complesse — tipicamente associate ai processi che precedono la vita — in un ambiente al di fuori della nostra galassia.
La scoperta è avvenuta analizzando le ghiacci interstellari attorno a una protostella (denominata ST6) nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della nostra, a circa 160.000 anni-luce. In questo “laboratorio cosmico” in condizioni estreme (pochi elementi pesanti, radiazione ultravioletta intensa), sono state identificate molecole come metanolo, etanolo, acetaldeide, metil-formiato e acido acetico.
Emerge inoltre la possibile presenza di glicolaldeide — un precursore della ribosio, parte dell’RNA nella vita terrestre.
Perché è così significativa
- Finora molte molecole organiche complesse erano state osservate all’interno della Via Lattea, ma mai in modo così chiaro in un contesto extragalattico.
- L’ambiente della Grande Nube di Magellano è povero di “metalli” (elementi più pesanti dell’elio) e soggetto a condizioni difficili: ciò dimostra che la chimica pre-biologica può avvenire anche in ambienti “ostili”.
- Implica che i fondamentali chimici per la vita potrebbero formarsi non solo nella nostra galassia, ma in un ventaglio molto più ampio di contesti cosmici.
Quali i limiti attuali
- Non è una prova di vita: la presenza di queste molecole non significa che ci sia vita biologica, semplicemente che esistono ingredienti.
- Le condizioni precise, l’evoluzione verso la vita e la sopravvivenza di organismi rimangono ancora speculative.
- I dati derivano da uno spettro che richiede ulteriore conferma e analisi di altri oggetti per confermare che si tratta di un fenomeno comune.
Cosa cambia per l’astrobiologia
Questa scoperta apre nuove linee di ricerca:
- Studiare ambienti a bassa “metallicità” (pochi elementi pesanti) come analoghi delle galassie primordiali.
- Cercare molecole organiche in altri sistemi extragalattici per capire la frequenza della chimica “pre-vita” nell’universo.
- Rivalutare la scala su cui possono operare le reazioni chimiche che portano alla vita: non più confinata nella nostra galassia.
Considerazioni finali
Personalmente, trovo questo risultato davvero affascinante: è un indizio che la chimica fondamentale per la vita è meno “esclusiva” di quanto pensassimo.
Se fossi un ricercatore o un appassionato di astrobiologia, direi che questo è un momento “pivot” — non perché veda la vita extraterrestre già individuata, ma perché il campo delle possibili condizioni per la vita si amplia notevolmente.
Consiglio di seguirne l’evoluzione: le conferme, le nuove rilevazioni, e come questi dati si integreranno nei modelli teorici sull’origine della vita e i mondi abitabili.
Approfondimenti:
- Universe Today – Scientists discover ingredients for life just beyond our galaxy
- Live Science – Building blocks of life detected in ice outside the Milky Way for first time ever
- The Times of India – How icy organics in the universe may unlock the origins of life
- Associated Press News (AP) – Scientists find possible chemical signs of life on a faraway planet
- Techno-Science.net – Éléments constitutifs de la vie découverts pour la première fois hors de notre galaxie
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