Il problema dei detriti spaziali in orbita terrestre sta peggiorando
Secondo il rapporto annuale sull’ambiente spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la quantità di detriti spaziali sta aumentando rapidamente. Stiamo lanciando satelliti a un ritmo molto più veloce di quanto essi possano rientrare nell’atmosfera.
Per peggiorare la situazione, il numero di satelliti non funzionanti e frammenti di veicoli spaziali rotti è di gran lunga superiore al numero di satelliti operativi. Alla fine, la densità dei detriti spaziali potrebbe portare a una cascata di Kessler incontrollata, dove le collisioni tra oggetti in orbita terrestre aggiungeranno più materiale, aumentando ulteriormente il rischio di ulteriori collisioni che creano ancora più detriti.
Non siamo ancora a quel punto, ma il rischio di collisioni in orbita terrestre è in aumento e continuerà a crescere a un ritmo allarmante se continuiamo con l’attuale tasso di lanci. In effetti, il rischio continuerà a crescere anche se non lanceremo mai più nulla in orbita terrestre.
Esiste un consenso scientifico sul fatto che, anche senza ulteriori lanci, il numero di detriti spaziali continuerebbe a crescere, poiché gli eventi di frammentazione aggiungono nuovi oggetti di detriti più velocemente di quanto i detriti possano rientrare naturalmente nell’atmosfera, noto anche come sindrome di Kessler.
Questa reazione a catena può rendere alcune orbite insicure e inutilizzabili nel tempo, poiché i detriti continuano a collidere e frammentarsi ripetutamente, creando un effetto a cascata. Questo significa che non aggiungere nuovi detriti non è più sufficiente: l’ambiente dei detriti spaziali deve essere attivamente ripulito.
Gli scienziati sanno da anni che il tasso con cui lanciamo satelliti in orbita terrestre è insostenibile. Sebbene l’obsolescenza sia ora spesso pianificata, con molti satelliti e stadi di razzi destinati a bruciare al rientro atmosferico una volta esaurita la loro utilità, è un processo che richiede tempo.
Il rapporto sull’ambiente spaziale del 2025, tuttavia, offre una lettura sobria anche tenendo conto della distruzione programmata dei satelliti. Attualmente, i programmi di monitoraggio stanno tracciando circa 40.000 oggetti in orbita terrestre, con circa 11.000 di essi attivi e operativi.
Secondo le stime dell’ESA, ci sono circa 54.000 oggetti in orbita terrestre più grandi di 10 centimetri. Tra 1 e 10 centimetri, si stima ci siano 1,2 milioni di pezzi di spazzatura spaziale. E tra 1 millimetro e 1 centimetro, ci sono circa 130 milioni di pezzi di detriti che sfrecciano intorno alla Terra ad alta velocità.
Potrebbe non sembrare particolarmente spaventoso, ma piccoli pezzi di detriti possono comunque causare danni significativi ai satelliti operativi e alle navicelle spaziali, inclusi la Stazione Spaziale Internazionale e il Telescopio Spaziale Hubble.
La frammentazione non è limitata alle collisioni. Anche i guasti esplosivi e altri eventi possono contribuire all’aumento dei detriti spaziali.
Fonte: Science Alert
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